La Centrale Taccani

Descrizione

Le direttive per la c costruzione furono hiare fin dall’inizio: la nuova centrale idroelettrica di Trezzo, voluta da Cristoforo Benigno Crespi, proprietario della fabbrica tessile di Crespi d’Adda, doveva inserirsi nell’ambiente originario senza creare stridenti contrasti. Così l’architetto Gaetano Moretti, incaricato della parte architettonica, e l’ingegner Adolfo Covi, che curò la parte tecnica, realizzarono un edificio davvero unico nel suo genere, che univa alle innovazioni tecnologiche un linguaggio decorativo raffinato, ricco di richiami all’architettura eclettica e liberty. Proprio questa ricerca della “forma bella”, evidente nei decori di gusto orientaleggiante come nei lampioncini in ferro battuto, conferma la centrale Taccani come uno degli episodi più alti del tentativo di mediazione tra ingegneria e architettura, arte e tecnica. Un desiderio tanto diffuso agli inizi del XX secolo, quando le istanze moderniste spingevano a nobilitare gli impianti industriali, rendendo le fabbriche luoghi rappresentativi in grado di trasmettere immagini positive dell’energia, della luce, del progresso. Costruita in cemento conglomerato - materiale ancora poco utilizzato in Italia agli inizi del XX secolo - ma interamente rivestita in pietra di ceppo estratta dal fiume, la centrale Taccani appare così come una maestosa “architettura sull’acqua” che armoniosamente si inserisce nel paesaggio circostante. Il suo coronamento frastagliato ripropone infatti le merlature del soprastante castello, mentre aperture e rientranze che movimentano la monumentale facciata ricordano le naturali sporgenze della roccia. La pianta dell’edificio, con due ali asimmetriche e un corpo centrale sporgente, corrisponde perfettamente alla destinazione degli spazi presenti all’interno: alla sala dei comandi, posta al centro, si affiancano infatti una lunga ala delle turbine a sinistra e l’ala per le macchine a vapore a destra. Rispetto ad analoghi impianti, la centrale di Trezzo presenta aspetti del tutto particolari, come la totale mancanza del canale derivatore, dovuta al fatto che la camera delle turbine coincide con quella di presa, poco a monte della diga di sbarramento. Proprio questa diga - in origine a panconcelli in legno - convogliando le acque del fiume lungo i lati della centrale, ha dato origine a un vasto bacino in corrispondenza dell’ansa di Trezzo, un suggestivo specchio d’acqua dominato dalle sagome imponenti dell’antico castello e della moderna centrale. In origine l’impianto, inaugurato nel 1906, oltre al già citato sbarramento a panconcelli di tipo Poirée, comprendeva dieci gruppi generatori. Nel corso degli anni, tuttavia, l’efficienza del macchinario idraulico ed elettrico si era notevolmente ridotta; inoltre la manovra dei panconcelli richiedeva personale specializzato per eseguire operazioni difficoltose e pericolose. Intorno alla metà degli anni ’90 del Novecento si è così provveduto alla sostituzione dei gruppi turbinaalternatore e alla sostituzione della diga mobile Poirée con sette paratoie metalliche a settore. Attualmente sono in funzione sei gruppi turbina-alternatore, di cui quattro con turbina del tipo a elica e due con turbina kaplan

Modalità di Accesso

L'accesso e le visite alla centrale sono gestite da Enel.

Luogo
Alzaia lungo Adda, Via Alzaia, Trezzo sull'Adda, MI, Italia
Orari Apertura
Lunedì Chiuso Chiuso
Martedì Chiuso Chiuso
Mercoledì Chiuso Chiuso
Giovedì Chiuso Chiuso
Venerdì Chiuso Chiuso
Sabato Chiuso Chiuso
Domenica Chiuso Chiuso
Gestito Da

Ultimo Aggiornamento

29
Set/23

Ultimo Aggiornamento